Informazioni personali

La mia foto
Mary Loú Hill. Peace, love, empathy.

Lettori fissi

Visualizzazioni totali

17 giugno, 2018

Il destino

A volte penso che sarebbe stato meglio non averti mai conosciuto e mi chiedo spesso quale malvagio gioco del destino ci abbia fatto incontrare.
Vorrei non essere mai uscita quella sera d'estate in pieno agosto, in questa città triste e deserta mentre cercavo una sosta dal caldo di quei giorni. 
Ero solo stanca, irrequieta, nervosa: uscivo per svagarmi, pensare, trovare ispirazione, innamorarmi delle cose, dei luoghi, delle persone.
Vorrei non aver mai indossato quel vestitino a fiori che mi piaceva tanto e che ora non riesco più nemmeno a guardare, con i capelli legati in una cipolla disordinata, il mascara sbavato e le labbra rosse e screpolate. 
Era la sera più importante della mia vita e in quel momento nemmeno lo sapevo, come potevo?
Vorrei non essere mai entrata da McDonald's, esser salita sulla terrazza e ed essermi seduta al tavolo con la mia amica, fermandomi più del dovuto a bere e parlare.
Poi arrivò lui, con due amiche, ed era strano rivederlo dopo tanto tempo: era strana la situazione, in quello sporco locale, ed era strano lui, che mi guardava dolcemente, mi dava attenzioni e non sputava le solite cattiverie.
E con lui c'eri tu.
Ero colpita, soggiogata e appagata fin dal primo momento in cui ho incontrato i tuoi occhi tondi: scherzavi, fumavi, ridevi e non consideravi nessuno all'infuori dei tuoi amici. 
Avevi una delle tue solite felpone troppo grandi e troppo scure; ricordo ancora che mi chiesi come cazzo facessi a resistere al caldo vestito così.
Non so perché tu fosti così crudele da rivolgermi parola, distruggendo all'istante ogni mia fragile barriera e intrappolandomi in una prigione che prendeva il tuo nome.
Volevi solo che rubassi una sigaretta al mio amico, nel frattempo sedutosi vicino, e mi addolcisti con un sorrisino furbo, mentre ti sdraiavi dietro di me; come potevo dirti di no? Come potevo rifiutare un frutto così invitante? Così proibito?
Sfilai la Chesterfield dal pacchetto senza farmi vedere da nessuno e te la passai sotto il tavolo, sperando che quello fosse solo il primo di tanti tocchi, pelle contro pelle.
Ci guardammo e ci capimmo, ti misi a ridere, colpito e divertito, mentre spettinavi i tuoi ricci ribelli e mi chiamavi "socia": per te era tutto un gioco, uno scherzo, per me no.  
Mi ritrovai incantata dal tuo viso più e più volte, non calcolando minimamente il ragazzo che avevo accanto e che sarebbe dovuto essere il mio più grande amore, come credevo al tempo.
Poi una telefonata, un malinteso, e dovetti andar via di corsa, salutando tutti di fretta, non potendoti approfondire o toccare o assaporare.
Ti sorrisi e ti osservai a lungo: temevo potesse essere il nostro ultimo incontro e volevo rubare ogni singolo riflesso della tua bellezza, così da fissarti nella mia mente sperando di non dimenticarti mai.
Sentivo un legame, come se fossimo fiori dello stesso albero: c'era intesa e pensavo bastasse solo quello per poter pensare di averti fatto lo stesso effetto che tu facevi a me.
Credevo di non vederti più, ma sappiamo entrambi che le cose sono andate diversamente: ci siamo visti così tante volte, sono successi così tanti casini, dagli sguardi e i sorrisi agli insulti e le smorfie per evitare di guardarsi, forse perché se lo avessimo fatto tutti i nostri muri di carta si sarebbero sgretolati come antiche sculture greche in rovina.
Mi dispiace, perché eri puro e sei diventato sporco. 
Eri gioia e sei diventato dolore. 
Eri angelo e sei diventato demone. 
Eri amore e sei diventato indifferenza.
Anche se, alla fine, forse per me tanto indifferente non lo sei.

2 commenti:

  1. Molto interessante!
    Un filo logico costruito sagacemente.
    Il lettore viaggia tra la prima intimità, percepisce quella successiva ed infine
    tocca la dualità del tuo compagno/ex e la porta che gli hai forse lasciato aperta "nonostante tutto".
    Complimenti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao, grazie mille! Sei riuscito a comprendere perfettamente tutto ciò che volevo trasmettere in questo post: questa sì che è una soddisfazione! Spero ti sia piaciuto il blog.

      Elimina

L'ultimo bacio

"Mille violini suonati dal vento L'ultimo abbraccio, mia amata bambina Nel tenue ricordo di una pioggia d'argento Il senso s...

Cerca nel blog