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Mary Loú Hill. Peace, love, empathy.

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12 gennaio, 2020

En e Xanax

Caro P.,
È un periodo che mi manchi da morire. Non so dirti il perché, visto che non ti vedo da talmente tanto tempo da non essere nemmeno più sicura che abiti ancora a Lecco. Non so perché continuo a pensarti dopo tutto questo tempo, nonostante tutte le nuove persone che ho conosciuto e tutti i cambiamenti che ho fatto. Non so perché continuo a cercarti così insistentemente senza un motivo logico. Forse perché tutte le lucciole tornano alla loro siepe nei giorni freddi, ed io mi sento così sola da avere il gelo nelle ossa e non ho bisogno di nient’altro se non delle tue braccia calde che mi fanno da riparo.
Inizio a pensare che passerò la vita innamorata di te e non permetterò mai a nessun altro di prendere il tuo posto. Ho paura di averti dato così tanto da non avere più niente da offrire agli altri, come se a furia di non ricevere mai nulla indietro io mi sia svuotata. Forse dovrei smettere di ascoltare solo la musica che ti piaceva nel disperato tentativo di capire cosa pensi, cosa provi, e dovrei iniziare a seguire ciò che mi fa sentire bene. Ma ormai è così tanto tempo che ti custodisco dentro al mio piccolo cuore di ghiaccio che credo non ci sia differenza tra cosa piace a te e cosa a me. È come se la mia mente fosse solo un’estensione della tua, senza la quale io nemmeno esisterei. Come se fossi aggrappata al tuo treno, che viaggia sempre veloce e senza destinazione, non avendo nessun potere su di esso, e se decidessi di fermarti, io mi fermerei con te.
È che ogni tanto vorrei solo avere tue notizie, dopo tutto questo tempo, sapere se stai bene o se sei nella merda fino al collo, come tuo solito. Sapere se ci sono momenti in cui ti senti perso anche tu e le paranoie ti divorano l’anima, e magari un po’ ti sei pentito di essertene andato; o se invece ora tutto va per il meglio e non hai più bisogno delle persone che avevi prima. Pensa, ci tengo così tanto che spero profondamente nella seconda opzione, perché tutto ciò che voglio è vederti felice, non importa se questo significa non essere nella tua vita.
Però vorrei dirti un sacco di cose. Vorrei raccontarti cosa mi è successo in questi due anni di silenzio tra noi, farti mille domande e poi ascoltare le risposte per ore. Vorrei spiegarti come mi sono sentita sola a volte, quando uscivo da scuola e tu non eri più al cancello ad aspettarmi per rubarmi una Camel: Dio, non ti immagini nemmeno per quanto tempo ne ho tenute due in mano, con l’amara illusione che tu potessi apparire da un momento all’altro e volerne una. Quando le giornate andavano tutte storte e avevo bisogno di un tuo mezzo occhiolino o di uno dei tuoi soprannomi improbabili per sentirmi meglio. Quando la mattina non volevo più alzarmi dal letto, perché senza te a scuola non avevo più un motivo per farlo, e ormai la voglia di fare qualsiasi cosa se ne era andata.
Siamo così stupidi a volte: perché litigare e farsi del male quando ci si ama? Perché smettere di parlarsi solo per dei capricci, per pigrizia? Perché sprechiamo così tanto tempo a soffrire per una passata manciata di secondi di felicità? Penso che sia assurdo che tu non ne abbia più voluto sapere di me per dei malintesi del cazzo che non mi hai mai fatto nemmeno spiegare. Per dei pettegolezzi che non erano veri, per delle cose che non ho mai fatto e mai detto, per delle mancanze di rispetto che non ho avuto. Fondamentalmente, dopo più di due anni, io non so ancora il vero motivo per cui ce l’hai a morte con me. Non so nemmeno perché non ci parliamo più. Non so neanche se esiste, un motivo.
Ma ti rendi conto che inizio a far fatica a ricordare il tuo viso? Ti sembra giusto? Non lo vedo da così tanto tempo che il ricordo sta svanendo poco a poco. È assurdo dimenticarsi il volto della persona che si ama, è una tortura che corrode il cuore piano piano. È come dimenticare se stessi.
I grandi occhioni tondi che mi hanno incantato la prima volta che ci siamo visti si stanno annebbiando sempre di più nella mia memoria, e quasi fatico a ricordare di che tipo di castano siano fatti. Non sono neanche più sicura di quanto fossero morbidi i tuoi ricci, talmente i ricordi si stanno confondendo, o quanto fosse pura e spontanea la tua risata, quando nasceva per una mia battuta. Quanto eri bello quando sorridevi per me?
Mi hai fatto soffrire così tanto in questi anni, trasformandomi in un uragano sempre pronto a distruggere chiunque si avvicinasse. Sono sempre stata così concentrata su di te da trascurare il resto, e spesso me ne sono pentita, perché ho perso amici che per me hanno sacrificato tanto, e mi volevano bene. Ma io non ho mai sopportato chi cercava di allontanarmi dal tuo ricordo, e così mi sono chiusa in me stessa e nella mia malinconia di ciò che è stato.
Non so nemmeno più come fa a mancarmi, una persona che ormai non conosco più. Che ormai non è più parte della mia vita. Che se ne è andata e non si è mai voltata indietro, nemmeno una volta. Perché P., sei stato così stronzo che non ci hai mai ripensato, non hai tentennato nemmeno un secondo quando hai dovuto prendere le tue decisioni. Possibile che non valevo nemmeno un dubbio?
Eppure giuro che nonostante tutto, potessi tornare indietro, in quel McDonalds ci tornerei altre infinite volte. Non importa le conseguenze che hai portato, il dolore immenso che ho provato e le innumerevoli lacrime che ho versato. Rifarei tutto quanto. Ogni singola piccola cosa. Rivivrei tutto. Nessuno è mai stato come te. Non ho mai guardato nessun altro, nel modo in cui guardavo te. Nessuno riesce a farmi svegliare mezz’ora prima la mattina, nonostante tutti sappiano quanto io sia poco mattiniera, col sorriso stampato il faccia e piena di energia, solo all’idea di vederti: più di un’ora ogni giorno a prepararmi, truccandomi meglio che potevo e facendomi i boccoli, perché volevo sempre essere perfetta per te. Nessuno mi fa trovare la voglia di stare in giro per pomeriggi interi, anche in pieno inverno, solo per riuscire a trascorrere qualche minuto in più insieme. Però per te lo facevo, perché mi piaceva aspettare fuori da scuola che finissi le ripetizioni o le partite di calcio, mi faceva stare bene. Ero felice di fare qualsiasi sacrificio ti riguardasse perché non mi pesava, come se la tua magia facesse diventare piacevole qualsiasi scocciatura. Solo tu ne eri capace.
Nessuno mi ha mai toccato così tanto il cuore da continuare a scrivere su di lui, pagine su pagine, messaggi su messaggi, libri su libri. Nessuno mi ha mai colpito così tanto da impazzire totalmente, violando ogni regola o abitudine solo per lui. Nessuno è mai riuscito a farmi sentire viva, ma viva per davvero, nonostante i momenti difficili. Nessuno è come te.
Ti amo dal 22 agosto 2016 e non ne ho mai dubitato nemmeno per un giorno, nonostante tutti i problemi, tutti i pianti isterici e le litigate finite col mettersi le mani addosso nel mezzo delle discoteche. Anche con le incazzature degli ultimi mesi, con quel paio di cattiverie che mi porto ancora dietro, che hanno creato delle crepe irreparabili tra di noi. Neanche se S. ha incasinato tutto quanto, perché so che ho sbagliato e quel bacio ha mandato tutto a puttane e credo che non me lo perdoneró mai. Neppure con quella telefonata in piena notte di un paio di estati fa, in cui ho urlato le peggiori parole, ferendoti senza nemmeno accorgermene. Nonostante senza di te io mi senta sempre così sola, e tutti gli altri non mi sembrino abbastanza, imprigionandomi in queste catene che non mi permettono di muovermi.
Eppure è come se non mi importasse. Non mi è mai lontanamente passato per la mente che tu potessi non essere il grande amore della mia vita: sono passati tre anni e mezzo e non ho cambiato idea. Non ho mai avuto dubbi nonostante tu mi abbia abbandonata in sto posto di merda senza mai provare a risolvere, comportandoti da stronzo.
Ma cosa devo fare più di così? Quante lettere a vuoto dovrò ancora scrivere? Quante volte dovrò urlare il tuo nome nella speranza di ritrovarti? Quanti momenti di ansia dovrò ancora superare prima di poter riavere uno dei tuoi abbracci? Quanto tempo passerà prima che potremo guardarci negli occhi di nuovo? Quanto aspetterò prima di tornare a sentirmi felice come lo ero con te?
Con tutto l’amore che una ragazza con il cuore spezzato può offrirti, nonostante il tuo perenne odio nei miei confronti.
Io sono ancora qui, pronta ad offrirti tutte le Camel alla menta che vuoi,

Chiara

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