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Mary Loú Hill. Peace, love, empathy.

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29 luglio, 2019

La notte

Ci sono sere che impazzisco, ti vedo ovunque, mi perseguiti come se fossi la mia stessa ombra. Ci sono notti lunghe come anni, in cui non riesco manco a dormire per la paura di non svegliarmi più. Ho un mostro nello stomaco che mi sta divorando piano piano e nessuno se ne accorge.
Vivo con la corda del tuo ricordo che mi stringe il collo sempre di più, fino a strozzarmi. Vaffanculo, Che. Mi hai lasciato sola in un mare di merda ed io manco so nuotare. 
In questo periodo ho certi pensieri che mi fottono in cervello, mi fanno venire idee strane, contorte, scorrette, eppure così affascinanti. La mente non mi si spegne mai, nemmeno per un secondo. Non si ferma, non riesco nemmeno a tenere il fiato, talmente va veloce. 
Ho la testa di una persona che vuole scalare il mondo imprigionata nel corpo di una che ha paura di tutto. Questo posto è la mia cella e i fantasmi nel mio cervello fanno da sbarre. La chiave dev'essersi smarrita in un oceano di lacrime.
Sapessi del panico di ogni volta che salgo su una macchina, con le gambe perennemente tese e gli occhi che controllano ogni cosa. Sapessi dell'attacco che ho avuto l'altra sera, mentre stavo su un treno desolato e all'improvviso mi sono ritrovata persa nel buio. Sapessi di quanto sono diventata paranoica, per il timore di perdere qualcun altro. 
Lo so, mi sono ridotta male. Colpa tua. E di sto schifo di posto che non mi fa respirare. Colpa mia che non riesco a voltare pagina.
È estate e già mi viene da piangere a pensare di ritornare in quella scuola, dove ogni cosa mi ricorda te e di come ci siamo reincontrati. E ogni cazzo di giorno mi sbatte in faccia che tu ora non ci sei più. Fa schifo rivedere i posti che per noi sono stati importanti così vuoti e grigi, sfioriti dalla tua mancanza.
In questo periodo ho i pensieri che mi martellano il cervello fino a ridurlo in mille pezzettini. Non riesco proprio a darmi pace, a fermarmi, a prendere il respiro e sedermi per un po'. Passo le notti a sfregare il viso nervosamente e digitare frasi senza senso sulle note del cellulare.
È che ho troppe domande a cui nessuno riuscirà mai a rispondere. Ho dubbi che nessuno risolverà mai. Però mi fanno impazzire lo stesso.
Chissà se morirò domani o tra cent'anni. Me lo chiedo spessissimo, sai? Mi pongo mille quesiti senza mai riuscire a rispondere a mezzo. Lo faccio così, giusto per torturarmi.
A volte mi guardo le tue foto di quel periodo solo per farmi del male. Ci sono giorni in cui quello che è successo mi pesa, altri in cui mi uccide. Ci sono sere che durano anni, perché io ci sto male e la gente non se ne rende nemmeno conto.
Chissà come saremmo ora, se io quel giorno non avessi fatto un passo indietro, se non avessi avuto i soliti inutili dubbi; come starebbero le cose adesso, se io ti avessi anche solo scritto un messaggio quella sera. Magari ti avrei salvato.
Mi è cambiata la vita quel giorno. Mi sarei aspettata di tutto quella mattina, ma non di leggere su un giornale online del cazzo che tu non c'eri più. Alla fine le cose peggiori accadono esattamente come le migliori: quando non ce le aspettiamo. Te lo giuro, in quel momento sono caduta dalle nuvole. E mi sono fatta parecchio male.
Fanculo, ho la testa a puttane ormai. Questa vita è una condanna.
Però che dovrei fare? Quando mi manchi e ho i sensi di colpa? Quando non riesco a pensare ad altro se non di quel pomeriggio passato su una panchina davanti al lago? Quando nessuno qui mi capisce ed io sono costretta a stare in silenzio anche se vorrei urlare a squarciagola il tuo nome? Che devo fa'?
Scrivo di te. E anche quando non scrivo di te, lo dedico a te.
È l'unica cosa che ho, Che. L'unica che mi è rimasta. L'unica in cui posso averti ancora, in cui ti posso vedere, parlare, sfiorare. L'unica in cui riesco a rifugiarmi, a starci meno male. 
L'unica che sono in grado di fare bene, che mi fa sentire meglio, che mi dà speranza. L'unica che ti rende lontanamente onore.
Ma perché proprio a te?
Perché non a quell'altro stronzo?
Perché te e non me?

Comunque il numero tre me lo tatuo, te lo giuro.


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