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20 agosto, 2021

L'ultimo bacio

"Mille violini suonati dal vento
L'ultimo abbraccio, mia amata bambina
Nel tenue ricordo di una pioggia d'argento
Il senso spietato di un non ritorno"

- L'ultimo bacio, Carmen Consoli

 

È cosi strano tornare a scrivere dopo quasi un anno di pausa che credo di aver dimenticato come si faccia, però ho così tanto bisogno di raccontare questa piccola parentesi di paradiso da avere la forza di riprendere carta e penna. Quanto è bello tornare ad avere l'energia di fare qualcosa dopo un anno di completa apatia? Quanto è strano rimettere insieme i pezzi e ricominciare a vivere senza i pesi del passato? Quanto è prezioso incontrare qualcuno che ti fa scoprire una nuova te che credevi tanto di conoscere e che invece si è rivelata una completa estranea?
Quando due settimane fa preparavo di fretta la valigia per partire non credevo di certo di poter vivere così intensamente quella che pensavo sarebbe stata una vacanza di riposo e tranquillità con una delle mie più care amiche, e che invece mi ha ridato quella spensieratezza che non avevo più dai primi anni di liceo, prima che certi pesi mi si caricassero sulle spalle rallentando la mia corsa verso la felicità. Non potevo sapere che avrei riso a crepapelle come ormai non facevo da quasi un paio d'anni grazie a delle persone completamente sconosciute e che nel giro di pochissimo tempo hanno conquistato il mio piccolo cuore a volte fin troppo freddo per essere così giovane. E di certo non avevo previsto di condividere il mio tempo con un uomo -non mi ritenevo pronta per rituffarmi in una nuova storia- e soprattutto non pensavo davvero che sarei mai riuscita a lasciarmi andare così tanto in così poco tempo. Chi sono io e cosa ne è stato della ragazzina paranoica che non prova fiducia per nessuno?
Ho passato i primi due giorni a guardarlo lavorare al chiosco mentre prendevo il sole sdraiata comodamente sul mio lettino facendo attenzione a non essere scoperta, e scherzavo con Marghe dicendo che giocava a fare il gioco dell'indifferenza visto il suo apparente disinteresse. Che invece poi disinteresse non era. Ci guardavamo e ci studiavamo piano piano, prendendo le misure uno dello spazio dell'altro, e non pensavo realmente che uno come lui potesse anche solo guardarmi. Era troppo bello, troppo grande, troppo schivo, troppo impegnato e chiuso nel suo mondo. Lo osservavo in silenzio perché non sapevo dove trovare uno spiraglio per entrare di soppiatto nella sua mente, e così ho aspettato lo facesse lui volendo rispettare i suoi tempi. E così ha fatto.
Venerdì mi sono alzata alle sei perché i pensieri non mi facevano dormire, così mi sono vestita di fretta e sono scesa in spiaggia a godermi l'alba e prenotare i lettini prima che finissero, e ammetto di essermi divertita molto nonostante l'orario visto il modo in cui lo osservavo discutere con le vecchiette esigenti che volevano scegliere i loro ombrelloni. Ero convinta sarebbe stata una giornata no visto che lui per primo l'aveva definita "una mattina da entrambi i piedi sbagliati" in cui era meglio evitarlo per non essere maltrattati, e invece proprio in quel momento mi ha parlato per la prima volta chiedendomi se avessi freddo facendo una battuta acida sul comprarmi una coperta che mi ha fatto ridere di cuore, così come a fine giornata il ritirarmi il lettino alle sette e ventinove invece che a mezza, giusto per farmi un dispetto. Dispetti che poi sarebbero diventati quotidianità, trasformandoci in due bambini nonostante entrambi non lo fossimo più da un pezzo, soprattutto lui.
E poi la sera. Dio quella sera. L'ultima volta che ho fatto così tante follie e esperienze in una sola notte nemmeno me lo ricordo, ma solo da ragazzina riuscivo ad essere così audace e spericolata. Mi ero dimenticata come ci si sentisse vivi a fare cazzate. Mi ero dimenticata tante, troppe cose.
Quando sono arrivata al chiosco e l'ho visto fuori a fumare avevo già capito che mi avesse puntato e ho avuto brividi lungo la schiena per tutto il bagnasciuga, non aspettandomi di certo un cambio di rotta così veloce. Avevamo iniziato a parlarci da solo un giorno eppure nessuno dei due sembrava avere intenzione di nascondere l'attrazione e l'interesse reciproci, come se la vergogna non fosse nemmeno contemplata. Come se vivessimo in un mondo nostro in cui le convenzioni non hanno forma. Ci siamo guardati e ci siamo piaciuti e ammetto che è davvero bello quando le cose sono così semplici, anche se poi semplici non lo sono state.
Mi ha offerto un cocktail e ci siamo finalmente presentati con quell'imbarazzo di chi forse sta correndo troppo, e credo di essere arrossita parecchie volte per le troppe attenzioni che mi dava, forse non essendo più abituata ai complimenti. Continuavamo a guardarci finché ha raggiunto il mio tavolo e abbiamo iniziato a chiacchierare: ammetto di essermi sentita appagata nel comportarmi così da adulta, anche se poi sono finita col prendermi subito una gran cotta come la più ingenua delle bambine. Sembrava di essere in uno di quei film in cui i protagonisti si incontrano in un locale raffinato e in pochi minuti si innamorano uno dell'altro mentre sorseggiano Martini con uno stuzzicadenti e un paio di olive. E un po' è successo anche a noi.
Sono sempre stata una gran paranoica e negli ultimi tempi la cosa è peggiorata, soprattutto nei confronti degli uomini per i quali ho sviluppato un vero e proprio timore, perciò non so cosa diavolo mi passasse per la testa quando l'ho seguito sugli scogli per stare da soli: il rischio che ho corso credo renda l'idea di quanto fossi presa. E stregata. Il resto della notte lo custodisco gelosamente nel mio cuore e non ho intenzione di condividerlo con nessun altro, ma so per certo che non lo dimenticherò mai. Avevo scordato quanto è bello sentire la pelle di qualcun altro addosso. Le mie guance giovani graffiate dalla sua barba, le braccia forti che mi stringevano come se davvero il mio corpo valesse qualcosa, le bocche unite una all'altra senza staccarsi mai, la sabbia addosso. il suo respiro. Non mi sono fermata nemmeno dopo che mi ha confidato quel segreto, che poi era la gioia più grande della sua vita ma per me era un colpo al cuore: eppure l'ho accettato perché mi è bastato guardarlo parlare di lui per capire che non si può aver timore di una cosa così pura. Di un bene così sincero.
La mattina dopo ridevamo come scemi tra gli sguardi di fuoco delle pettegole della spiaggia, forse infastidite per la sua gentilezza nei miei confronti che non riservava a nessun altro, e forse perché la distanza d'età era evidente e la cosa le sorprendeva. Lui sembrava divertito tanto da starmi sempre addosso, giusto per non lasciare dubbi a nessuno, e ha passato la giornata a girare sotto il mio ombrellone a punzecchiarmi, e così il giorno dopo e quello dopo ancora. E ogni sera come una sciocca mi truccavo al meglio e andavo a fargli compagnia mentre lavorava, spesso tirando orari assurdi per aiutarlo a fare chiusura. Eppure non mi pesava dormire un paio d'ore a notte e non mangiare nulla: lui era la mia fonte di energia. Non mi capitava da P., Dio, quanto è strano scrivere di un uomo che non sia P.?
Le serate a scherzare con lui e gli altri ragazzi del chiosco penso che non le scorderò mai, anche solo per l'atmosfera di gioco e di leggerezza che si creava: mi sentivo a mio completo agio come se li conoscessi da sempre e non è decisamente una cosa che mi capita spesso. Mi presentava sempre agli amici che passavano a salutare e a volte mi sentivo un po' un trofeo, ma non mi sono mai sentita fuori luogo o in imbarazzo, è sempre stato in grado di capirmi e credo che questo sia l'importante. Anche se alcune sere non ne potevo più delle sue battutine decisamente fin troppo spinte e i suoi aneddoti che avrebbero fatto arrossire anche la più audace delle donne: però mi divertivo e questo è ciò che conta.
Dieci giorni volano in fretta quando si sta bene e non so nemmeno come ci sono arrivata al giorno della partenza. Ho passato ogni minuto con lui eppure mi sembra così poco tempo, ma forse anche cento anni sarebbero stati pochi in quel piccolo paradiso che avevamo creato. L'ultima sera è stata molto amara perché avevo la consapevolezza di dovergli dire addio e non ero pronta. Lui poi, scazzato com'era, non ha aiutato: eravamo entrambi tristi ma non siamo stati in grado di ammetterlo. È stato terribile guardarlo sapendo di dover memorizzare il suo viso perché non lo avrei più rivisto: cercavo di imprimere ogni cosa nella memoria ma sapevo che sarebbe stato tutto vano. Quante cose avrei voluto dirgli ma non ho avuto il coraggio, terrorizzata dall'idea di rovinare il ricordo di questa bellissima vacanza.
Quando ci siamo abbracciati avrei voluto non lasciarlo più perché sapevo bene che non sarebbe mai più successo. Mi ha fatto un discorso dolcissimo, a tratti paterno, che mi ha lasciato il cuore a pezzi. Avevo gli occhi lucidi e ho fatto di tutto per nasconderli, ma ovviamente a lui non è sfuggito, non gli sfuggiva mai niente che riguardasse me. In quel momento ho capito che non era solo flirtare o piacersi: ci eravamo affezionati uno all'altro nel modo più sincero possibile. Ero convinta di essere impassibile e invece mi sono resa conto che forse un po' innamorata lo ero, e lo avevano capito tutti lì a parte me: non credo che anche lui fosse innamorato, ma si era davvero legato a me, così vulnerabile e innocente. Mi sono presentata da donna adulta e l'ho salutato come la più ingenua delle bambine, ma so che lui mi ha apprezzato lo stesso.
Ciò che mi mancherà più di tutto sono le sue coccole. Le carezze sui capelli la mattina presto, il solletico ai piedi mentre dormivo sul lettino, i grattini alle braccia mentre dormivamo insieme in spiaggia, i baci sul collo e sulle spalle, i continui abbracci da dietro. La brioche al cioccolato più grande di tutte riservata a me, i buffetti sulle guance, il mio corpo stritolato quando dicevo di aver freddo e il ciuffo davanti dei miei capelli riportato dietro l'orecchio. Sono sempre stata una grande stronza, molto fredda e distaccata e che detesta ogni tipo di contatto fisico, ma da lui mi facevo coccolare come una bambina. Ho proprio scoperto un nuovo lato di me che avevo bisogno di tirare fuori. Ho bisogno di amore e affetto anche io. E non lo sapevo. O forse lo sapevo ma non me ne rendevo conto. Però è bello abbassare le barriere e spogliarsi dalle debolezze, pronti per essere accolti nelle braccia confortanti di qualcuno che ci ama. È bello scoprire e scoprirsi, anche quando si credeva di sapere tutto di sé.
Ho fatto tutto il viaggio di ritorno piangendo disperata sul treno mentre ascoltavo nelle cuffiette "Questo piccolo grande amore" di Baglioni e ripensavo a tutto ciò che avevo appena vissuto. Ho pianto anche la mattina dopo appena sveglia, quando mi sono ritrovata in camera mia e non nella casa al mare di Marghe, pronte per andare in spiaggia. E ho pianto anche per qualche sera perché mi mancavano i suoi baci. Però non ci sto male, perché in fondo piangere fa bene, ci si sfoga, e più si soffre più significa che si è vissuto qualcosa di davvero indimenticabile. Delicato. Sincero. Ho vissuto momenti che ora sono ricordi che custodirò per il resto della mia vita.
Spero di non dimenticarlo mai, soprattutto il suo viso e i suoi occhi emozionati mentre parla del suo mostriciattolo e lo descrive con parole dolci, le stesse con le quali sogno che qualcuno parli di me. E gli auguro che un giorno capisca il bene immenso che prova per lui. 
Le cose hanno un inizio e una fine, lo ha detto pure lui. Devo solo ripetermelo all'infinito finché non mi convinco.

 

"Di quei violini suonati dal vento
L′ultimo bacio, mia dolce bambina
Brucia sul viso come gocce di limone
L'eroico coraggio di un feroce addio"

L'ultimo bacio, Carmen Consoli

03 maggio, 2021

Suicide is painless

 A brave man once requested me

to answer questions that are key:

“Is it to be or not to be?”

and I replied “Oh why ask me”.




L'ultimo bacio

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