Informazioni personali

La mia foto
Mary Loú Hill. Peace, love, empathy.

Lettori fissi

Visualizzazioni totali

06 dicembre, 2020

Beautiful boy

Ho l'umore così instabile che spesso basta solo una canzone per farmi stare giù, perché qualsiasi parola è una tua evocazione. Questa volta è stata colpa del nuovo album di Sfera, perché tutto di un colpo mi ha ricordato di quanto tu fossi fissato e di come alla fine sia riuscito a trasmettere la passione anche a me. Sei stato tra i primi a seguire la trap quando ancora tutti la sfottevano, ma te eri già oltre, guardavi al futuro: ci pensi mai a quanto tu fossi in gamba per intuire subito che quella musica avrebbe funzionato? Per riuscire a far appassionare al genere pure una noiosa borghesina come me?
A volte mi incazzo se penso a quanto potenziale hai gettato via, disperso nel buco nero che hai dentro al petto, senza renderti conto di quante cose avresti potuto fare. Eri intelligente come pochi, prendevi buoni voti senza aprire libro e non riuscivi a capire come io, che per tutti ero quella in gamba, potessi sprecare interi pomeriggi per una sola materia: in confronto a te non ero nulla.
Ci pensi mai a quanta strada avresti potuto fare se solo le cose fossero andate diversamente? Avevi una luce negli occhi che raramente si vede nella gente, quella voglia, quel fuoco di vita che ti permetteva di essere sempre pieno di energia ad ogni ora del giorno. Che fine ha fatto? Cosa è successo in quei pochi mesi per far precipitare tutto quanto? Per farti chiudere in te stesso e non chiedere aiuto a nessuno? Nemmeno a me? Avrei usato la mia stessa pelle pur di proteggerti da ogni ferita, avrei sacrificato qualsiasi cosa, qualsiasi, pur di tentare di salvarti. Avrei legato i tuoi sassi alle mie caviglie per di farti rimanere a galla, anche se avrebbe significato annegare: pur di farti respirare sarei sprofondata negli abissi.
Probabilmente ci sono cose che non capirò mai, certi meccanismi nella tua testa che nemmeno tua madre riesce a comprendere, però ci provo lo stesso, ogni giorno, perché non saperti più leggere nell'anima fa male, tanto. La nostra connessione interiore ti rendeva speciale, il capirsi con un solo sguardo o sorrisetto, fare allusioni che solo l'altro recepiva, ridere di cose che solo noi sapevamo. Ma ormai sei diventato oscuro, non riesco a vedere più nulla dentro di te e tantomeno riesco a capirti: sei diventato uno sconosciuto. Dopo anni di alti e bassi, di pianti e di silenzio per l'obbligo di mantenere il segreto su di te e sul gran casino che è la tua vita, è come se non ti conoscessi e non riuscissi più a ricordarmi com'era viverti in spensieratezza. Faccio fatica a credere che un tempo mi hai regalato anche tanta gioia, tanta forza, e che non eri ciò che sei ora, anzi, sei stato tu ad essere un punto di riferimento, una boa a cui tenermi stretta quando la marea incombeva. In fondo sto solo provando a ricambiare un favore che mi hai fatto tempo fa.
Perché le cose devono sempre diventare più complicate? Perché il destino ha voluto farti penare? Perchè hai cercato di risolvere l'enorme vuoto che hai dentro in quel modo? Perché non sono bastata io? Con tutto quello che potevo donarti? Perché mi costringi a stare male mentre ti guardo continuare a ridurti una merda, senza capire che voglio solo proteggerti e che prima o poi pagherai per le cazzate che fai?
Hai sempre nascosto tutto, cercando di non far capire quanto fossi messo male, convinto di essere in grado di gestire ogni cosa, di poter risolvere tutto quanto, come tuo solito. E invece hai fatto solo il tuo male, perché la cosa è degenerata, hai superato ogni limite e a furia nascondere la polvere sotto al tappeto, si è rovinato. A forza di continuare ad aggrapparsi, la corda si è spezzata e nulla potrà mai ripararla. E mi chiedo spesso come sarebbe stato se avessi provato a resistere, o a tirarti indietro appena la situazione si fosse fatta seria. Se avessi chiesto aiuto a me o a qualche tuo amico, se avessi provato a reagire e tornare a respirare come prima. Se non mi fossi allontanata, o se proprio non ci fossimo mai incontrati, forse le cose sarebbero diverse, forse anche io sono stata causa del tuo male. Magari invece di aiutarti ti ho dato la spinta finale. Però ho cercato di risolvere, anche se ormai era tardi, ho provato a tamponare le tue ferite, a curarti con tutto l'amore che potessi donare, ci ho provato per davvero. Ma forse ci sono cose per cui l'amore non basta.
Non posso nemmeno sperare che qualcuno ci aiuti, perché se ho capito qualcosa di tutto questo incubo è che finché non lo provi sulla tua pelle non puoi capire quanto fa male vedere una persona che ami disintegrarsi da sola. Quanto corrode cercare in ogni modo di proteggerla dai problemi, di farle da scudo per ogni pugnalata, senza rendersi conto che è inutile perché la lama è abbastanza lunga da uccidere entrambi. Quanto è nauseante vedere il ragazzo che hai protetto e amato per una vita intera zoppicare da solo per il centro della città con in mano una bottiglietta per inalare la roba, il viso pallido e sudato e gli occhi scuri come abissi, diventando piano piano un cadavere che cammina. Un fantasma. Quanto ti distrugge vedere uno sconosciuto davanti a te, un corpo che non ha più vita, non ha più un'anima. Un corpo che non ha più amore e tantomeno è in grado di darne.
Quanto è difficile aiutare qualcuno che non vuole il tuo aiuto? Salvare qualcuno che non può essere salvato, né tantomeno vuole? Non auguro a nessuno di innamorarsi di un essere umano che si è totalmente perso in se stesso, nel labirinto del proprio lato oscuro e non ha intenzione di provare ad uscirne. Perché fa male. 
Sai, l'altra sera ho riguardato "Beautiful boy" e come sempre mi ha fatto pensare a te. Questa estate ho pure letto il libro per saperne di più: volevo capire il tuo mondo, perché fai quello che fai, cosa ti porta a perderti. Ho letto il monologo del padre di Nick e ho pianto parecchio, più del solito, perché ti descriveva alla perfezione. Eri tu, chiaro e limpido, e ti ho riconosciuto. Ho pianto per questo: perché sei uguale a Nick. Sei identico a quel bambino magrolino e con i ricci scuri che piano piano cresce, e con lui i suoi mostri. E allora non posso fare altro che disperarmi e farmi le stesse domande di suo padre: Ma che fine ha fatto il mio bellissimo ragazzo? Quel giovane, forte e brillante ragazzo? Quel speciale, unico e geniale ragazzo? Quel energico, intelligente e spiritoso ragazzo? Quel talentuoso, carismatico ed eternamente bellissimo ragazzo? Quell'anima pura di ragazzo? Dove è finito? Chi ho davanti? 

L'ultimo bacio

"Mille violini suonati dal vento L'ultimo abbraccio, mia amata bambina Nel tenue ricordo di una pioggia d'argento Il senso s...

Cerca nel blog