Non mi faceva paura dirgli addio e non vederlo mai più o voltare pagina o non riuscire ad amare ancora qualcuno nello stesso modo in cui amavo lui.
Ma avevo il
terrore di dimenticare il suo viso, i suoi occhi neri, i suoi sguardi, la forma
dei suoi ricci quando si asciugavano al sole dopo un bagno in piscina, le linee
delle sue labbra, la sua pelle abbronzata e il pizzicare della sua barba
accennata ad ogni bacio.
Non volevo
dimenticarmi della sensazione di toccarlo, delle sue guance morbide arrossate
dal caldo e dalla timidezza, del suo modo di camminare a piccoli passi e con le
spalle dritte, del suo modo di incazzarsi e far incazzare anche me, del suo
broncio quando era stanco o nervoso.
Di
dimenticare i piccoli gesti, le carezze, i sorrisi, di non ricordare più i
nostri discorsi, le sue parole dolci e le frasi maliziose, la sua risata
sfacciata, la sua voce così pura e limpida per uno come lui.
Di quando
passavamo le serate a stare appiccicati, con il suo respiro sul collo e le
gambe intrecciate alle mie, di come guardavamo le stelle e scappavamo dagli
insetti che ci infastidivano, del silenzio assordante di quando mi addormentavo
sul suo petto.
Dell'imbarazzo
della prima volta che le sue dita sfiorarono la mia pelle, del modo in cui mi
fece rabbrividire, come se fossi stata nuda su un lembo di ghiaccio, di quella
notte nella sua camera al terzo piano di quell'hotel lussuoso.
Di
dimenticare quanto l'ho desiderato, di come lo cercavo ogni volta che potevo,
del modo in cui lo pensavo e lo guardavo, di trovare qualcun'altro che potesse
cambiare ciò che provavo per lui, che potesse distogliermi dalla mia
sofferenza.
Di quanto
mi ha cambiato la vita, di come mi sentivo diversa appena sono arrivata a casa
con la valigia piena e il cuore vuoto, del modo in cui ogni problema si fosse
azzerato dopo quella vacanza, come se prima di lui non fossi mai esistita, ero
una fenice appena risorta dalle proprie ceneri.
Non volevo
dimenticare il batticuore della prima volta che l'ho visto né le lacrime di
quando gli ho detto addio in quell'aeroporto deserto, di quella malinconia
amara appena sparì dietro l'angolo, di quanto ero persa nell'eterno dolore di
ciò che mai realmente fu.
Non lo
voglio dimenticare, anche se non ha nome, anche se è durato tutto così poco e
non me ne sono nemmeno resa conto, anche se cercarlo ormai è invano.
Ti prego,
non mi dimenticare nemmeno tu, ne morirei.
Ma forse
già lo hai fatto, mi sento così spenta.
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