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14 febbraio, 2019

Il tempo

Dio, è assurdo pensare come a volte il tempo corra senza che noi ce ne possiamo accorgere. Di come fugga via rubandoci tutto, e quando ce ne rendiamo conto e cerchiamo di rincorrerlo, lui ha già svoltato l’angolo.
Quante volte vorrei tornare indietro nel tempo e rivivermi un determinato ricordo: un singolo piccolo momento, senza cambiarlo, solo per godermelo ancora una volta, lasciandomi cullare tra le ombre del passato.
Tornerei alle estati in campagna, con le mie cugine, quando mi bastava passare il pomeriggio pedalando in bicicletta nei campi o un tuffo nella piscina nel giardino dietro casa per rendere una giornata bella. Di quando avevo poco e mi accontentavo di tutto, perché non conoscevo né il dolore, né i problemi, né le lacrime. Pensavo solo a finire i compiti entro le 4 per poter far merenda, mettermi il costumino rosa e partire per mille avventure con il mio zainetto in spalla.
Tornerei all'ultima volta che ho parlato a mio nonno, quando ero ancora piccola e ingenua, e assaporare ancora un po' quel clima tranquillo ed etereo. Di quando mi promise che dopo qualche giorno sarebbe tornato per darmi il regalo di compleanno, con i suoi soliti scherzi che mi facevano ridere tanto. Alla fine non tornò più. Passai il mio compleanno al suo funerale. Quella volta però, non risi: lo scherzo non mi era piaciuto.
Tornerei a quando ero bambina, e lo erano anche tutti i miei amici, e pensavamo solo a giocare e a colorare i nostri quaderni. A quando passavamo l'intervallo seduti sulla quercia più grande della scuola e immaginavamo il nostro futuro, cosa avremmo fatto, chi saremmo diventati.  Assurdo pensare che ora uno di noi non c'è più. Come si fa a morire a 15 anni? Con tutte le cose che ancora si devono provare. Dio, ho rabbia solo a pensarci. Doveva diventare un cuoco, aprire un suo ristorante stellato, vivere in Sardegna, avere tanti bambini. E invece sono state solo parole al vento, sogni volati via, come stormi di uccelli che scappano da uno sparo. Al suo posto potevo esserci io. Non lo so spiegare come mi fa sentire.
Tornerei al mio primo bacio, a fine terza media, con quel ragazzo scontroso che mi affascinava tanto. Riprovare quel batticuore, quella paura mista a curiosità, quel sorriso stampato in faccia per i tre giorni consecutivi. A quando i ragazzi erano un piacere, non un ostacolo. A quando ero convinta che l'amore fosse così: avere un fuoco nello stomaco che ti scalda sempre.
Tornerei a quell'abbraccio con mia zia, quel pomeriggio d'estate, tra lacrime e dolore, solo per potermi ricordare com'è poterla avere tra le braccia. Non la perdonerò mai per essersene andata lasciando tutta quella merda. Quel giorno ho perso lei e ho perso anche mia mamma. E ho perso tutta quella leggerezza di quando ero piccola. Sono cresciuta, mi sono rimboccata le maniche e sono diventata grande. Ma mi sarebbe piaciuto essere bambina ancora per un po'.
Tornerei a quell'estate in prima superiore, su quella spiaggia di Cadice con le mie amiche e degli sconosciuti, e passare la notte a ridere, ballare e tuffarci e schizzarci tra di noi in riva al mare. Dio, quanto mi sono sentita viva quella sera. Eravamo delle folli, e io mi sentivo bene. Non ho mai più provato quella sensazione di libertà. Volevo vivere così ogni giorno della mia vita, ma alla fine non ci sono riuscita. Non ci si riesce mai.
Dio, sono cambiate così tante cose. Non mi ricordo nemmeno più com'è, essere così felici. Eppure non me ne rendevo conto. Non me li sono goduta abbastanza. Ma come potevo immaginare? Di tutta la merda che sarebbe arrivata? Di tutta quella spensieratezza che non ho più rivisto? Vorrei tornare indietro a quando ero pura, senza il cuore spezzato, solo per sentire ancora una volta com'è essere così. E la costante malinconia di ciò che è passato mi sta consumando come una di quelle sigarette che fumavo sempre con te dopo scuola. 
Eppure, rifarei tutto quanto, mille volte ancora, perché ogni sofferenza ha un senso. E se ho mangiato così tanto fango e sputato così tanto sangue, forse è perché mi aspetta qualcosa di così tanto grande da ripagarmi di tutto. Come quando ti mancano solo pochi metri dal traguardo e stringi i denti per riuscire ad arrivare prima, nonostante i crampi e la nausea.
E Dio, tornerei a quel 22 agosto, in quel locale triste e vuoto dove ti ho visto per la prima volta, e ti parlerei mille volte ancora, e mi innamorerei di te per infinite volte. In tutte le vite alternative che potrei vivere, ti cercherei sempre, in ognuna di queste, senza pensarci. Dal primo giorno in cui ti ho visto non ho mai smesso di pensarti. Non so cosa ci fosse prima di te. Ma non era vita quella. Ho cominciato a respirare solo dopo aver incontrato i tuoi occhi. Della mia vita prima di te, ho solo vuoto, buio, oblio. Tu sei vita. O almeno, lo eri.

P.S. Cambierei solo il giorno in cui te ne sei andato, anche se lo so che hai fatto bene perché quella scuola di merda rovina tutto ciò che di bello c'è a questo mondo. Però mi sono sentita tanto sola. Mi manchi tanto. Ma va bene così, va bene così.


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