Quante
volte vorrei tornare indietro nel tempo e rivivermi un determinato ricordo: un
singolo piccolo momento, senza cambiarlo, solo per godermelo ancora una volta,
lasciandomi cullare tra le ombre del passato.
Tornerei
alle estati in campagna, con le mie cugine, quando mi bastava passare il
pomeriggio pedalando in bicicletta nei campi o un tuffo nella piscina nel
giardino dietro casa per rendere una giornata bella. Di quando avevo poco e mi
accontentavo di tutto, perché non conoscevo né il dolore, né i problemi, né le
lacrime. Pensavo solo a finire i compiti entro le 4 per poter far merenda, mettermi
il costumino rosa e partire per mille avventure con il mio zainetto in spalla.
Tornerei
all'ultima volta che ho parlato a mio nonno, quando ero ancora piccola e
ingenua, e assaporare ancora un po' quel clima tranquillo ed etereo. Di quando
mi promise che dopo qualche giorno sarebbe tornato per darmi il regalo di
compleanno, con i suoi soliti scherzi che mi facevano ridere tanto. Alla fine
non tornò più. Passai il mio compleanno al suo funerale. Quella volta però, non
risi: lo scherzo non mi era piaciuto.
Tornerei a
quando ero bambina, e lo erano anche tutti i miei amici, e pensavamo solo a
giocare e a colorare i nostri quaderni. A quando passavamo l'intervallo seduti
sulla quercia più grande della scuola e immaginavamo il nostro futuro, cosa
avremmo fatto, chi saremmo diventati. Assurdo pensare che ora uno di noi
non c'è più. Come si fa a morire a 15 anni? Con tutte le cose che ancora si
devono provare. Dio, ho rabbia solo a pensarci. Doveva diventare un cuoco, aprire
un suo ristorante stellato, vivere in Sardegna, avere tanti bambini. E invece
sono state solo parole al vento, sogni volati via, come stormi di uccelli che
scappano da uno sparo. Al suo posto potevo esserci io. Non lo so spiegare come
mi fa sentire.
Tornerei al
mio primo bacio, a fine terza media, con quel ragazzo scontroso che mi
affascinava tanto. Riprovare quel batticuore, quella paura mista a curiosità,
quel sorriso stampato in faccia per i tre giorni consecutivi. A quando i
ragazzi erano un piacere, non un ostacolo. A quando ero convinta che l'amore
fosse così: avere un fuoco nello stomaco che ti scalda sempre.
Tornerei a
quell'abbraccio con mia zia, quel pomeriggio d'estate, tra lacrime e dolore,
solo per potermi ricordare com'è poterla avere tra le braccia. Non la perdonerò
mai per essersene andata lasciando tutta quella merda. Quel giorno ho perso lei
e ho perso anche mia mamma. E ho perso tutta quella leggerezza di quando ero
piccola. Sono cresciuta, mi sono rimboccata le maniche e sono diventata grande.
Ma mi sarebbe piaciuto essere bambina ancora per un po'.
Tornerei a
quell'estate in prima superiore, su quella spiaggia di Cadice con le mie amiche
e degli sconosciuti, e passare la notte a ridere, ballare e tuffarci e
schizzarci tra di noi in riva al mare. Dio, quanto mi sono sentita viva quella
sera. Eravamo delle folli, e io mi sentivo bene. Non ho mai più provato quella
sensazione di libertà. Volevo vivere così ogni giorno della mia vita, ma alla
fine non ci sono riuscita. Non ci si riesce mai.
Dio, sono
cambiate così tante cose. Non mi ricordo nemmeno più com'è, essere così felici.
Eppure non me ne rendevo conto. Non me li sono goduta abbastanza. Ma come
potevo immaginare? Di tutta la merda che sarebbe arrivata? Di tutta quella
spensieratezza che non ho più rivisto? Vorrei tornare indietro a quando ero
pura, senza il cuore spezzato, solo per sentire ancora una volta com'è essere
così. E la costante malinconia di ciò che è passato mi sta consumando come una di
quelle sigarette che fumavo sempre con te dopo scuola.
Eppure,
rifarei tutto quanto, mille volte ancora, perché ogni sofferenza ha un senso. E
se ho mangiato così tanto fango e sputato così tanto sangue, forse è perché mi
aspetta qualcosa di così tanto grande da ripagarmi di tutto. Come quando ti
mancano solo pochi metri dal traguardo e stringi i denti per riuscire ad
arrivare prima, nonostante i crampi e la nausea.
E Dio, tornerei
a quel 22 agosto, in quel locale triste e vuoto dove ti ho visto per la prima
volta, e ti parlerei mille volte ancora, e mi innamorerei di te per infinite
volte. In tutte le vite alternative che potrei vivere, ti cercherei sempre, in
ognuna di queste, senza pensarci. Dal primo giorno in cui ti ho visto non ho
mai smesso di pensarti. Non so cosa ci fosse prima di te. Ma non era vita
quella. Ho cominciato a respirare solo dopo aver incontrato i tuoi occhi. Della
mia vita prima di te, ho solo vuoto, buio, oblio. Tu sei vita. O almeno, lo
eri.
P.S.
Cambierei solo il giorno in cui te ne sei andato, anche se lo so che hai fatto
bene perché quella scuola di merda rovina tutto ciò che di bello c'è a questo
mondo. Però mi sono sentita tanto sola. Mi manchi tanto. Ma va bene così, va
bene così.
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